Dalla fine dello scorso anno, è in atto un fortissimo rialzo dei prezzi dei principali materiali da costruzione. Per questo, anche a seguito della pressante azione dell’ANCE, il Governo ha adottato una speciale disciplina revisionale, al fine di ricondurre ad equità i contratti in corso di esecuzione nel primo semestre di quest’anno. Il problema, però, non riguarda soltanto i rapporti contrattuali in corso, ma anche tutti quelli di prossimo affidamento, i cui progetti, infatti, sono stati certamente redatti sulla base di prezzari assai distanti da quelli correnti sul mercato.
In assenza di un corretto adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta, verrà fortemente compromessa la possibilità di formulare offerte congrue, con grave nocumento per i principi di una sana e leale concorrenza, e con negative ripercussioni sulla fase esecutiva dei lavori.
Lo stesso Codice dei Contratti chiede alle stazioni appaltanti di ricorrere a prezziari aggiornati. Obbligo, questo che naturalmente non può essere inteso in senso solo formalistico (vale a dire come mera applicazione dell’ultimo prezziario utile), ma necessariamente in senso sostanziale, implicando, cioè, per le committenti un’opera di revisione dei prezzari – e dei progetti – ogniqualvolta sia riscontrabile – come ora – una loro non aderenza al dato reale.
Per questo Ance chiede di attivare tutte le procedure interne affinchè le voci di prezzario dell’ente vengano riallineate al mercato, con conseguente adeguamento dei progetti già predisposti.